A dicembre sono stata a Dar es Salaam e nell’ostello dove soggiornavo ho conosciuto una ragazza e con lei siamo andate a prendere un aperitivo. Lì abbiamo incontrato delle persone che operano da diversi anni in Tanzania nella regione di Njombe, vicino ad Iringa dove io faccio volontariato.
Da quel momento sento sempre più parlare di questa regione dai miei nuovi amici ed uno in particolare mi parla di un centro di riabilitazione.
"Inuka! Alza la testa!" questo è il nome del centro riabilitativo che dal 2009 opera nella regione del Njombe precisamente a Wanging'ombe in mezzo ad una comunità disagiata.
Questo progetto è stato realizzato grazie all'impegno dei volontari, dai donatori ed in particolare dalla Provincia Autonoma di Trento, che bella coincidenza! :-)
Dopo un w.end di perlustrazione che ho fatto a dicembre sono venuta qui a Wanging'ombe per una settimana intensiva di fisioterapia con la "mia" piccola Neema e la dada Margareth.
Margareth, dada dell’orfanatrofio, ci ha accompagnato in questo percorso. E’ lei che seguirà Neema quando io avrò terminato questa mia esperienza di volontariato.
Quindi domenica siamo partite con il bus da Iringa e dopo 3 ore e non so bene quanto, siamo arrivate a destinazione.
Questo centro si trova esattamente a 12 km dopo Makambako sulla strada che porta a Mbeya.
Ad 800 mt dalla strada principale, dopo il villaggio, la chiesa e la casa delle suore si apre ai nostri occhi un centro di riabilitazione chiamato Inuka.
La struttura è stata realizzata molto bene e si vede che è stato pensato a tutto con cura, dal centro riabilitativo all'ostello annesso per ospitare i pazienti con i famigliari.
Nel corpo centrale troviamo i vari uffici, dove per iniziare c'è la registrazione del paziente e qui vengono raccolti tutti i dati.
Registrati si passa al terapista, che fa una visita iniziale al bambino e prescrive gli esercizi di cui avrà bisogno e se necessario anche scarpe ortopediche o altri attrezzi specifici per la fisioterapia.
Nel caso di Neema, prescritte le scarpe, ha potuto usufruirne immediatamente.
Oltre alle scarpe ortopediche ci ha suggerito una sedia per la postura corretta di Neema, ma fortunatamente è la stessa che abbiamo fatto fare ad Iringa e poi uno "stendi" così chiamato, per aiutare la bambina a stare in piedi ed insegnarle a mettere bene il piede a terra, perchè ora cammina con le punte e tiene le dita dei piedi contratte.
Una volta fatte queste visite iniziali ci si riunisce con le altre mamme ed i loro bimbi nella sala centrale di fisioterapia.
In questa sala ci sono vari macchinari e giochi dove ci si ritrova a fare gli esercizi in compagnia, sempre seguiti dagli operatori.
Questa settimana con noi c'erano tre operatrici, Dada Fidelia, Dada Lucy e Dada Pascalina mentre come terapista occupazionale c'era Raja.
Per tutta la settimana ci hanno seguito a fare gli esercizi e devo dire che sono state delle persone molto brave nel loro lavoro e anche umanamente, anche se in questo campo la differeza culturale viene fuori, perchè mi sono accorta che io con Neema le parlavo molto di più per farle capire cosa stavamo facendo e ponevo il tutto sottoforma di gioco, anche perchè se lei non vuole fare una cosa o piange non c'è nulla che tenga non la si fa punto e basta, il suo caratterino da leoncino viene fuori!!
Anche nel centro c'è la regola che se il bambino piange si devono sospendere gli esercizi, perchè il bambino non deve associare gli esercizi ad un brutto momento, anzi ad un gioco ed ad una cosa divertente, così la prossima volta sarà felice di ripeterli.
Queste figure di opratrici sono molto importanti perchè supportano le mamme o le dade durante gli esercizi con i bambini, perchè non è facile avere un bambino con dei problemi celebrali o motori..ci sono tanti fattori a cui si deve tenere conto e per questo nel centro c'è anche la figura dello psicologo.
Johari è il nome della psicologa di Inuka e devo dire che è una persona fantastica.
Il pomeriggio i bambini giocano o riposano con le dade. I famigliari s’incontrano con la psicologa ed in quest'ora si confrontano tra di loro ed espongono difficoltà e paure..
Assieme alla psicologa si parla di come farsi aiutare dal marito che a volte non è presente; non perdersi d'animo se i risultati non si vedono immediatamente. Le persone, spesso non vedendo miglioramenti in poco tempo, rinunciano e si perdono d'animo.
Parlando in generale di questi bambini disabili e anche con la fisioterapista di Iringa di Neema mi hanno detto che molte persone si recano nei centri di fisioterapia credendo che ci siano delle medicine per guarire il loro bambino..e qui si capisce la poca conoscienza della fisioterapia, ma per fortuna è un campo dove si sta lavorando molto e sta crescendo velocemente.
Ritornando a noi e alla nostra settimana intensiva è stata proprio una bella esperienza e si sviluppava così:
8.30-10 esercizi motori di stretching e sollecitazione dei muscoli nella stanza centrale
10-11 i bambini mangiano il semolino
11-12.30 altri esercizi, per esmpio Neema stava sullo "stendi" per imparare ad avere una postura corretta stando in piedi e per mettere i piedi correttamente.
12.30-14.00 si mangia tutti assieme
14-15.30 incontro con lo psicologo per i famigliari ed i bambini giocano o riposano
15.30-16.00 momento di canto collettivo con i bimbi e i famigliari
Dalle 16.00 si è liberi...
E via così tutti i giorni fino ad arrivare al venerdì che è il giorno conclusivo, dove la mattina gli operatori chiedono ai famigliari di scrivere sul quaderno del bambino gli esercizi che hanno imparato questa settimana e che dovranno fare a casa giornalmente.
Successivamente le operatrici controllano e aggiungono delle immagini per ricordare meglio gli esercizi e poi si continua la mattinata con gli esercizi giornalieri.
Nel pomeriggio c'è un incontro collettivo dove ognuno espone le proprie impressioni sulla settimana trascorsa. Le operatrici ed il prete, che è uno dei responsabili del centro, si rivolgono ai famigliari sottolineando l’importanza degli esercizi quotidiani che aiuteranno il bambino a rendersi più indipendente.
Altro punto sottolineato è il sacrificio di mettere da parte dei soldi per il bambino, perchè solo con la costanza e la terapia questo bambino potrà avere un futuro migliore.
Il centro stesso va incontro alle famiglie che hanno più problemi economicamente, hanno vari sponsor che li aiutano, ma nulla è gratuito, perchè un piccolo sforzo deve venire anche dalla famiglia stessa e così le cose hanno più valore.
Anche per me questa settimana non è stata facile, sia per gli esercizi sia nel pensare alla "mia" piccola Neema e al suo futuro, spero proprio che la costanza mia e di Margareth possa aiutarla ad avere un futuro al meglio possibile; ma solo guardando i progressi che ha fatto in questo ultimo anno sono felice!!
Ora vi lascio ad alcuni momenti della nostra settimana ad Inuka.
Qui puoi vedere la storia di Neema..
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