domenica 12 ottobre 2014

Margot: un'altra volontaria che ha lasciato il cuore all'orfanotrofio!



Fin da quando ero bambina vedevo, come tutti, le fotografie su giornali e in televisione di questi bambini africani. Ed io guardandoli pensavo tra me “un giorno arriverò, un giorno verrò in Africa”. Ma era un sogno lontano, un progetto campato in aria. Ma è ormai passato un anno da quando mi sono chiesta: perché non ora? Il momento era finalmente arrivato, mi sentivo pronta ad affrontare il mio sogno. Amici e parenti mi chiedevano se non avevo paura delle malattie, degli animali, dell'aereo, di essere così lontana da casa. Ma la mia paura più grande era quella di non piacere ai bambini. Infatti nel lungo tragitto che separa Trento da Tosamaganga la mia agitazione cresceva sempre più al pensiero di incontrare quelli che da sempre erano i miei piccoli grandi eroi. Una volta salita sulla Jeep di sista Helena ricordo di aver pensato: “ok, manca solo mezzora e li incontrerò. Che cosa faccio se non riesco ad interagire con loro? E come mi presento? Sono solo una sconosciuta.” Stupidamente avevo dimenticato quanto sono speciali, saggi, intelligenti i bambini rispetto a noi grandi. Infatti è bastato un secondo, il tempo di poggiare a terra quelle gambe che mi tremavano tanto, che subito due piccole braccia si sono allungate verso di me per farsi coccolare. E subito dopo altre due, altre due, altre due ancora. È in quel momento che mi sono tranquillizzata e che ho capito di dover solo essere me stessa.
Nel mese successivo mi sono affezionata ogni giorno di più a questi bambini, conoscendoli bene e condividendo con loro tante risate e momenti felici. Certo non mancava il pestifero che ti tirava i capelli o che ti schiaffava una bella sberla in faccia, ma riuscivamo a trasformare in gioco anche questo. Con loro ogni piccola cosa diventa magica ed indimenticabile. Sono bambini intelligenti, divertenti, bellissimi, sorridenti, furbetti, affettuosi, calorosi, un po' pazzi (ovviamente in senso buono). Quando stavo con loro tornavo bambina anch'io, ed era bellissimo. Non avevo pensieri: Hakuna Matata! Sono bambini che devono crescere in fretta, che spesso non hanno tutte le attenzioni che meritano, sono bambini che sanno badare a se stessi più di quanto lo sappia fare io a ventun anni.
Mi hanno dato davvero tanto amore e salutarli prima di andarmene non mi è piaciuto affatto, occhi lucidi tutto il giorno! Ora qui è dura senza i loro sorrisi, senza le loro vocine che mi chiamano “MARIGOO”, senza i loro occhi che racchiudono il mondo intero!
Questa Africa per me è stata magica, piena di belle esperienze, scoperte, emozioni fortissime, persone meravigliose. Mi sono sentita a casa.

Ovviamente ringrazio l'ospitalità delle suore che sono state super gentili e amorevoli.
Grazie a Elisa, senza di lei non avrei realizzato il mio sogno.
Grazie a Camilla, che mi ha fatto da sorella maggiore, con i suoi dolci consigli e le sue attenzioni.
Grazie Africa, per essere così piena, viva, reale, colorata, felice.

CI VEDIAMO L'ANNO PROSSIMO!
Margot




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